Prosegue il periodo nero della classe arbitrale nella stagione in cui la correttezza delle squadre in campo e la collaborazione verso i fischietti è dimostrata dall’esiguo numero di squalifiche.
Tante le decisioni incomprensibili, alcune ai limiti del regolamento, che non rendono più questo tipo di campionati credibili.
La corteccia e spesso il vittimismo nella quale si trincera la classe arbitrale ormai non regge più. E’ vero che parliamo di dilettantismo ma poi ci sono ruoli e ruoli, responsabilità e responsabilità.
La Federazione e l’Aia devono dare delle risposte concrete in termini di competenza, preparazione, organizzazione altrimenti si rischia davvero che nel giro di quattro cinque anni questo tipo di campionati saranno estinti.
Qualcuno ha provato a risolvere il problema spostando i campionati minori di due mesi, farli cominciare a fine ottobre, fermarli un mese tra dicembre-gennaio e chiuderli a metà giugno. Con il rischio concreto nelle ultime giornate, con tante squadre già in vacanza e ragazzi esausti di una stagione durata 10 mesi (da settembre a metà giugno), di falsare indirettamente i risultati finali delle varie competizioni . Concetto di regolarità più volte espresso da tanti presidenti nel corso di questi mesi.
I numeri, soprattutto nelle provincie fuori Roma, parlano chiaro. Spariscono le piccole società ma in particolar modo i settori giovanili, ormai rimasti solo nei centri maggiori, perdono numeri a vista d’occhio perché lo sport individuale, meno condizionabile da fattori esterni rispetto ad uno sport di squadra, va per la maggiore e regala più soddisfazioni.
Sentiamo arbitri lamentarsi di rimborsi esigui: sono gli stessi rimborsi che ricevono i giocatori per fare kilometri e kilometri due-tre-quattro volte a settimana, gli stessi che non praticano questo sport per lavoro ma per passione. Nessuno punta la pistola e nessuno obbliga a praticare.
Rischio che il calcio dilettantistico finisca? E’ vero, tutto possibile ma poi quando arriverà quel giorno ci spiegherete che colpa ne hanno le società che non sono aiutate dai comuni, federazione, classe arbitrale e dalle attività commerciali.
Se il carrozzone finisce non saranno certo i ragazzi a perderci. Qualcun altro sì...