C’erano una volta le terribili provinciali dell’alta tuscia protagoniste in Eccellenza e Promozione. Giocatori che arrivavano da Roma, dal litorale e macinavano kilometri e kilometri per fare parte di progetti sempre competitivi. Da Paoloni a Malè, passando per Boriello, Feola, Macaluso, Castra, Giannini, Carletti fino ai vari Cosenza, De Grossi, Loiseaux e tanti altri. Un lusso che si potevano permettere in pochi. Derby accesi, polemiche e rivalità smisurata anche in diverse categorie. A distanza di un paio di anni Caninese ed Ischia di Castro sono due realtà che rischiano addirittura di scomparire. O quanto meno stanno attraversando grosse difficoltà che difficilmente permetteranno loro di recitare un ruolo di prima piano nella prossima stagione.
Quasi drammatica la situazione che si sta presentando a Canino. Il direttore generale Adriano Luzzi spiega chiaramente come stanno le cose: “Ci riuniremo in questi giorni per vedere se ci sono i presupposti per affrontare un campionato impegnativo come la Promozione sia a livello economico che a livello gestionale, da persone serie quali ci riteniamo non vogliamo prendere in giro né calciatori né tifosi con false promesse. E dato che quella appena conclusasi è stata una stagione durissima sotto ogni punto di vista dobbiamo vedere se ci sono i presupposti per iniziarne un’altra. Altrimenti ci vedremo costretti ad intraprendere altre strade senza però dismettere il calcio a Canino”.
Delicata anche quella di Ischia di Castro. La società ha portato a termine la stagione con grandi difficoltà. Il presidente Giuseppe Fossati è realista: “Stiamo cercando di rispettare tutti gli impegni nei confronti dei ragazzi che sono rimasti. Ci siamo presi una pausa poi parleremo con chi di dovere per ricominciare. Vogliamo determinate garanzie per proporre un progetto serio altrimenti è probabile che dovremmo fermarci”.